giovedì 22 aprile 2010

la scelta

Nome di battaglia marco e nessuno è riuscito a farti rivelare quello vero
ho passato le ultime due ore di riposo tra un turno di guardia e l'altro cogli occhi aperti a fissare il soffitto le tue urla e il rumore sordo dei colpi non hanno fatto dormire nessuno qui in caserma e adesso ho sonno
ho sonno e ti odio perchè non mi ha fatto dormire ti odio perchè mi costringi a stare qui ti odio perchè è solo colpa tua chi te lo ha fatto fare di buttare la divisa e scappare sulle montagne coi ribelli ti odio te e tutti partigiani banditi del cazzo
marco
è con sommo piacere che ti accompagno nella tua ultima passeggiata verso il cortile interno
ti lascerò contro il muro di cinta alle cure del plotone
quanto avrai
marco?
qualcosa più di vent'anni?
cos'eri marco? uno studente figlio di papà?
mio padre mi ha sempre detto zitto e mosca che poi il podestà ci toglie la doppia tessera per il pane e tua madre è malata le tue sorelle sono solo bocche da sfamare
e tua madre è malata
a me non m'andava di mettermi la camicia nera
non ho scelto io
non ce l'avevo io una scelta
cosa eri marco mentre mi obbligavano al reclutamento
eri ancora un soldato o pensavi già a tradire il tuo paese
adesso ce l'ho io la divisa e tu non sei un cazzo
io repubblichino
tu partigiano
non sei un cazzo adesso
e stai per morire per scelta
l'hai voluto tu potevi parlare potevi evitare le botte
potevi dirgli il tuo nome vero e quello dei tuoi compagni ma non l'hai fatto
se potessi guardarti vedresti la mascella rotta che ti penzola giù dal viso
un occhio chiuso per quanto è pisto e l'altro aperto solo a metà
sanguini ancora dal naso e dalle orecchie
ogni volta che respiri pezzi di costola ti bucano la pelle
cammini verso i moschetti del plotone
eppure provi ad aprire l'unico occhio un po' di più e me lo punti contro
che cazzo vuoi
non è il tuo mitra è solo un occhio malconcio
sputi sangue e qualcosa che cadendo a terra fa rumore
un dente
o più di uno
provi a parlarmi ma non ti capisco
fai smorfie di dolore e biascichi cose incomprensibili
siamo fuori nel cortile addio marco
vaffanculo marco

l'eco della scarica si smorza piano piano
assieme a quello singolo e macabro del colpo di grazia alla testa
io e altri due camerati sbattiamo il cadavere in un vecchio lenzuolo senza troppi complimenti
dobbiamo portarlo fino in paese e attaccarlo a un palo con addosso un foglio con su scritto
"ecco la fine che fanno tutti i banditi"
non mi piace questa cosa ma non ho scelta
non ce l'ho mai avuta
adesso bisognerà fare i conti coi compagni di marco ancora sulle montagne
sani salvi e incazzati
mi viene da vomitare
non è più il rumore degli spari che mi sento dentro
è piuttosto un suono indistinto
forse parole
la voce di marco tra sangue che gorgoglia nella gola e denti rotti
alla fine capisco
mi guardava dentro con l'unico occhio aperto
mi guardava dentro per leggermi i pensieri mentre andava a morire
camminava tra smorfie e dolore e mi diceva
"c'è sempre una scelta"

addio marco
vaffanculo

Nessun commento:

 
Creative Commons License
This opera by http://oil4brains.blogspot.com/ is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.