domenica 28 febbraio 2010

martedì 23 febbraio 2010

Brenda

Per questa città, noi siamo come la mafia.

Tutti sanno che c’è; molti la pagano per sentirsi protetti, altri perché qualcuno sia umiliato, svergognato, e fatto fuori.

Tutti lo sanno, ma nessuno ne parla.


Quelli come me costringono quelli come voi all’omertà, vi impediscono di pensare che fine abbia fatto vostro marito, rendono ridicolo il vostro pudore.

Conosco gli uomini meglio di loro stessi, so cosa vengono a cercare qui, da me.

Cercano la mamma, il papà e l’amante, tutto in una sola persona.

Perché ogni giorno della loro vita si costringono ad essere solo uomini, e qualcuno gli ha suggerito che se sei un uomo certe cose non si fanno.

Non si chiede aiuto, non si affidano i propri segreti alle mogli, non ci si mostra deboli.

Ma anche io sono un uomo.


Sono il loro migliore amico, e sono la donna che hanno sempre sognato.

Per questo mi verranno a prendere.

Perché io so i nomi, gli stessi che sapete anche voi.

Ma la vostra è una vita da spettatori, il vostro unico diritto è pagare il biglietto, e scegliere se applaudire oppure no .

Io sono l’attrazione principale, fatta per illuminare il palcoscenico per qualche minuto.

E come tutte le cose meravigliose, non vivrò a lungo.

Ma se ho potuto anche per poco vedere le vostre facce contorte dal disgusto e dalla curiosità, lo devo solo a me stessa.


Perché è sufficiente che io passeggi sul vostro stesso marciapiede, per riempirvi la testa e lo stomaco di idee che non si possono ripetere.

E se decido di tornarmene a casa ora, è perché sono stata avida, e mi cercheranno per uccidermi.


Ma non si può incolpare una stella di aver brillato.


Il nostro è un circo degli orrori, e si è aperta la caccia alla Donna Barbuta.

Verranno a cercarmi, e mi troveranno.

Perché io sono bellissima.



sabato 20 febbraio 2010

come lupi

hai fame?
hai sete?
sei spaventato?
disilluso?
certe volte ti senti il cuore nelle scarpe e tuttavia non puoi fare a meno di camminarci sopra?
altre volte senti voci che si sovrappongono rendendosi incomprensibili a vicenda
mani che battono ritmi crescenti
insieme al battito del tuo cuore
un cuore che ormai è un applauso
un diluvio avvolto di notte e coperte che dura un secondo solo
ormai lo riconosci, scivoli veloce nell'oscurita' e t'abbandoni
pensando che carne e sangue e il resto siano come il tutto
ossia, irrilevante.
fuori tutto brucia
io non riesco piu' a scaldarmi
unghie che graffiano l'asfalto
muri che crescono germogliando intorno
guardo a quanto cielo ci rimane.
certe volte sento una voce che mi chiede
hai fame?
hai sete?
ma io non so nulla e tutto immagino
il resto posso solo sognarlo, per questo andro' a dormire.

giovedì 18 febbraio 2010

Mentre qualcuno rideva

Casa dello Studente , L’Aquila 6 aprile 2009 sono le ore:

Tre e trentadue


Mentre si annoda la cravatta sul pigiama mi chiede: E lei signorina come le metterebbe in relazione?
La risposta la so professore ma mi si è staccato il braccio…
…non posso fare brutta figura lo metto nella borsetta ma non c’entra…
Ecco, un attimo professore lo appoggio qui a terra e le rispondo
non mi guardi con quegli occhi cattivi non è mai successo a lei che un braccio le si è staccato?
Lo appoggio sul vassoio della mensa e lo butto nel secchione insieme al piatto sporco con le posate di plastica
Marinaa aspetta vengo anche io a prendere il caffè!
Mi si è rotto il tacco nooo le scarpe nuove no il tacco è buono meno male
è il pavimento della biblioteca che si muove o madonna la libreria si muove come se galleggiasse ma che è sta polvere OOH! OOOH!
Mi giro male al braccio formicola apro gli occhi si muove tutto la luce del lampione dondola sul muro no dondola il muro oddio l’armadio mi viene addosso noo
la gamba ahh!
spingo con le mani tiro la gamba ahh! madonna ma perché il letto non sta fermo
calcinacci buio Mamma! terra in bocca crolla il muro del bagno crolla
oddio lèvati
Marco lèvati dalla gamba che mi fai male mamma lo vedi Marco
basta ragazzi Marco alzati gli fai male
mamma ma lei m’ha rubato il rosso
ma devo colorare le labbra della principessa
no il rosso è mio
forza alzati svelto e fatela finita
ma papà è lei che mi ruba i colori
mamma ho la sabbia negli occhi vieni che te la levo
basta fuori dall’acqua voi due venite un pò sotto l’ombrellone
Marco mi aiuti non ce la faccio aiutami
basta fermatevi non fate crollare i muri perché fate questo rumore
dove sono a letto si muove ho l’esame faccio tardi
come mi lavo se il bagno è crollato
ho sete la spesa domani Marinaaa

Ore : Tre e trentatre


il Lonfo

Oil 4 Brains


Benzina per cervelli.

Quattro inguaribili ottimisti della fantasia si riuniscono, intorno ad un'idea:


L’unico modo per non subire la Storia è raccontarne altre mille.

Storie, non l’alternativa alla Storia, ma proprio mille storie alternative.
E rubando il tempo al tempo stesso, intessono trame di parole scritte, da raccontare.
A guardarli bene si leggono ancora in loro le tracce di una antica tensione per una cultura diffusa e non verticistica.
Non vogliono arrendersi all’industrializzazione della cultura, e pensano ancora che sia possibile non essere solo spettatori.
Immaginate che sostengono che la gente ha fame e sete di storie da vivere, perché non sempre la loro e’ vivibile.
Qualche volta prendono coraggio e le raccontano a voce alta.
E allora li potrete incontrare nei luoghi più impensati, dove con generosa essenzialità incendiano la fantasia di chi li ascolta.
Rubano briciole di realtà , filamenti di vita vissuta, cocci di ricordi e fotogrammi di sogni, per inserirli nel tessuto dei loro racconti.
Non vi fidate, sono incendiari! Sono Benzina per Cervelli.
 
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