lunedì 22 marzo 2010

La curva e la puttana

Passato il semaforo sulla Casilina giravo a destra per Via dell’Aeroporto di Centocelle .
Benellino di terza mano , pagato trentamila lire, sempre sporco e bellissimo.
Rosso, ovviamente senza faro e come sempre a manetta spalancata, sul filo, pazzesco, dei 45 chilometri orari.
Nel buio della strada bordata di prati zozzi, in un quadrato più nero di quel buio, poco prima della curva, aspettavo il rettangolo di luce asfittica che usciva dalla porta aperta.
Li c’era la baracca della vecchia puttana.
L’occhio destro a governare il manubrio alla curva , il sinistro che, tutte le volte che facevo quella strada, non poteva che distrarsi nella fugace e urgente speranza di intercettare un frammento di torbido fotogramma erotico.
La posa era fissa . Una diapositiva.
Una cicciona vecchia, mora cotonata, con le zinne quasi scoperte e i coscioni alla Gigi Riva accavallati. Stava seduta sul sedile di una millecento nella cornice della porta della baracca.
Unica variante , il ventaglio battente d’estate e una cofana di ferro con un po’ di brace davanti ai piedi d’inverno.
Stava li tutti i giorni, invitante come un’autopsia, nell’improbabile impresa di noleggiare quel monolocale sfitto che aveva tra le cosce.
Quella volta vidi la luce filtrare dalla porta chiusa. Incredibile! Ricordo che sbagliai la curva.
Gli occhi guardavano, la strada ma l’urlo del nervo ottico allertò la sala operativa della mente.
E lì parti , la proiezione privata di un film autoprodotto, girato nella luce gialla della baracca.
Alla vista della porta chiusa era già tutto pronto. Sceneggiatura, regia, suoni, luci, attori, trucco.
Non le raffinate immagini di erotismo, archiviate durante le solitarie letture.
Ma i più pecorecci brani visti su pellicole porno di bassa macelleria, tutti interpretati dalla cicciona coi capelli cotonati.
Un festival del cinema hard lungo tre secondi. Il tutto visto dal sellino di un Benelli che, derapando inesorabilmente, stava per uscire di strada.
Non finii sul prato perché….. arrivò la fine del primo tempo.
Ora, 35 anni dopo, chissà perché mi ritornano in mente questi fotogrammi di vissuto.
Nostalgia probabilmente per la ferocia di quella libido quindicenne, pronta in una scintilla a mettere in scena il desiderio. Grezza , priva di selettività nella scelta del bersaglio su cui scaricare l’arma dell’immaginazione erotica .
Dolorosa , perché tacitata a mano, non risolta e oggettivamente, a quella età , irrisolvibile .
Nostalgia insomma ….solo nostalgia!!

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